La domanda di mobilità urbana genera “costi esterni” pagati dalla comunità e che possono essere tradotti in termini di:
- inquinamento atmosferico ed emissioni di gas serra;
- inquinamento acustico;
- congestione da traffico e incidentalità;
- consumi energetici.
La mobilità elettrica si inserisce perfettamente nell’ottica del conseguimento degli obiettivi sottoscritti dagli accordi di Parigi sul cambiamento climatico (COP21) e dalla direttiva europea “Alternative Fuel”. Più di ogni altra tecnologia del settore trasporti, essa può garantire sostanziali benefici energetici ed ambientali ma il suo sviluppo necessita di programmazione, oltre che di progetti dimostrativi promossi da figure-chiave come gli enti pubblici centrali e locali.
Attualmente la ricarica dei veicoli elettrici provati dipende in larga misura dall’accesso ai punti attrezzati ubicati nei parcheggi di uffici, condomini e zone commerciali. A titolo indicativo, il numero adeguato di punti di ricarica accessibili al pubblico dovrebbe essere equivalente ad almeno uno ogni 10 autovetture. Questi dovrebbero essere preferibilmente installati in stazioni di trasporto pubblico come terminali portuali, aeroporti o stazioni ferroviarie.